domenica 28 marzo 2010



Lei: Guarda quante viole sono cresciute quest'anno. E' da tanto tempo che non accadeva. Ci dobbiamo aspettare probabilmente molte ciliegie. Tutte le volte che abbiamo avuto una fioritura così di viole abbiamo sempre avuto una grande raccolta di ciliegie.
Lui: Che c'entra? Le viole fioriscono per pochi giorni. Magari gli anni 'con poche viole' sono quelli che non siamo venuti qui proprio nel momento della fioritura... Inoltre le piante di viole tendono a crescere e ad aumentare di volume ogni anno. Queste sono nate in mezzo alle pietre della nostra aia. Stanno crescendo e producono più fiori ogni anno. Semplicemente.
Lei, accarezzando le viole e liberandole dalle foglie di acero che le nascondevano in parte: Ci vorrebbe un pettinino per viole.

Una chiacchierata priva di significato. Domestica e inutile, al di là dei valori personali implicati.

Eppure è il segno della strada che si potrà percorrere per salvarsi dall'angoscia della morte e del nichilismo cui è giunta la cultura occidentale.

Sarà che sto finendo "Il crollo della cultura occidentale" di Carrol, un libro fascinoso e ambiguo, chiaro e assertivo ma tranciante e superficiale, parziale sino ad essere di disturbo, drammaticamente privo di note e citazioni. Sarà che oggi era una bella giornata...

L'uomo moderno è orfano del pensiero mistico, quello che stabilisce accordi arbitrari tra gli elementi del reale. Il pensiero mistico è ucciso dal razionalismo e dallo scientismo positivista, e l'uomo è solo e inerme di fronte alla morte della morte, all'inutilità del senso.
E' maciullato dalla morte di Dio e dal nichilismo che non ha neppure compreso.
L'uomo moderno è annichilito dalla colpa che le verità anodine della scienza non riescono a elaborare.
Di fronte all'inutilità dell'abisso rimane il pettinino per viole, l'elaborazione creativa del bello.
E l'amore del sè come creatore del bello. Sia pure un bello inutile, da un punto di vista economico o individualmente edonistico.