Lei: Guarda quante viole sono cresciute quest'anno. E' da tanto tempo che non accadeva. Ci dobbiamo aspettare probabilmente molte ciliegie. Tutte le volte che abbiamo avuto una fioritura così di viole abbiamo sempre avuto una grande raccolta di ciliegie.
Lui: Che c'entra? Le viole fioriscono per pochi giorni. Magari gli anni 'con poche viole' sono quelli che non siamo venuti qui proprio nel momento della fioritura... Inoltre le piante di viole tendono a crescere e ad aumentare di volume ogni anno. Queste sono nate in mezzo alle pietre della nostra aia. Stanno crescendo e producono più fiori ogni anno. Semplicemente.
Lei, accarezzando le viole e liberandole dalle foglie di acero che le nascondevano in parte: Ci vorrebbe un pettinino per viole.
Una chiacchierata priva di significato. Domestica e inutile, al di là dei valori personali implicati.
Eppure è il segno della strada che si potrà percorrere per salvarsi dall'angoscia della morte e del nichilismo cui è giunta la cultura occidentale.
Sarà che sto finendo "Il crollo della cultura occidentale" di Carrol, un libro fascinoso e ambiguo, chiaro e assertivo ma tranciante e superficiale, parziale sino ad essere di disturbo, drammaticamente privo di note e citazioni. Sarà che oggi era una bella giornata...
L'uomo moderno è orfano del pensiero mistico, quello che stabilisce accordi arbitrari tra gli elementi del reale. Il pensiero mistico è ucciso dal razionalismo e dallo scientismo positivista, e l'uomo è solo e inerme di fronte alla morte della morte, all'inutilità del senso.
E' maciullato dalla morte di Dio e dal nichilismo che non ha neppure compreso.
L'uomo moderno è annichilito dalla colpa che le verità anodine della scienza non riescono a elaborare.
Di fronte all'inutilità dell'abisso rimane il pettinino per viole, l'elaborazione creativa del bello.
E l'amore del sè come creatore del bello. Sia pure un bello inutile, da un punto di vista economico o individualmente edonistico.
6 commenti:
Le viole....un pensiero volto alla natura che ancora si rivela dinanzi a noi.
Banale? Sì, forse, ma il bello è l'unica cosa rimasta all'uomo ora che non ha più l'appoggio di Dio,non ha più valori in cui credere. In una simile visione negativa la scienza può fare qualcosa? No, ormai può generare solo continui autoinganni ma non darà mai all'uomo ciò cerca,non gli permetterà di colmare l'inappagabile senso di vuoto che di giorno in giorno lo divora e lo rende schiavo di questa società il cui crollo,iniziato molti anni fa, sembra non avere fine.
E allora cos'è meglio,assumere l'atteggiamento dei "mille" o di "nessuno"? Celare la nostra identità dietro una maschera sociale o provare ad andare contro la società? Alienazione o pazzia?
La vita del "personaggio",di colui che indossa la maschera sociale, oscillerà come un pendolo tra dolore noia. Dolore per l'impossibilità si aggrapparsi a qualcosa, noia per una vita volta alla monotonia delle azioni, a un susseguirsi continuo di giorni l'uno uguale all'altro in cui il vivere ha assunto l'aspetto del "lasciarsi vivere", ove rimane ormai solo l'attesa della fine.
Il ribelle nella sua nevrosi e pazzia in realtà,pur distaccandosi dai "mille" non troverà mai un appagamento alla propria sofferenza interiore.
Come si possono spezzare i fili che ci rendono burattini di questo teatrino sociale? Come si può evadere da una concezione ormai generalizzata di nichilismo e angoscia?
Persino le parole hanno perso qualunque valore morale e sono diventate parte dell'imponente massificazione presente oggigiorno. Quali parole,infatti, possono confortare la cupa mentalità dell'uomo moderno.
In una simile visione cosa ci rimane?
Discussioni prive di qualunque valore, senza senso, specchio di una cultura in decadenza, di una società che pian piano si sta distaccando da qualsiasi logica morale, sta assumendo la connotazione di non-senso;
Un "pettinino per viole", emblema dell' elaborazione creativa del bello. Solo il bello per quanto inutile può essere assunto come rifugio da parte dell'uomo. L'uomo ha bisogno di un luogo in cui trovar rifugio di fronte all'insensatezza , all'incomprensione della vita e a un mondo che non sa più dare risposte ma solo domande. E allora l'uomo in preda al panico non può che chiedersi quale sia il suo ruolo,quale sia il suo scopo in una simile società, in che cosa possa ancora credere e a chi debba affidare il suo spirito viandante.
Spesso la società,e quindi ogni singolo componente di essa diventa immagine del passato...un passato che può essere sereno e piacente o immorale e difficoltoso. Ognuno perciò si forma in modo diverso e in un dissimile contesto formando il carattere,la psicologia e le problematiche dell'individuo. Evidentemente se si è giunti a parlare di "crollo" significa che la maggior parte della gente ha avuto un passato tormentato e anzi che opporsi ad esso e cercare di dare una svolta alla propria vita finiscono col compiere azioni immorali di ogni genere....dal semplice saccheggio all'omicidio senza pietà dei propri simili. L'uomo si sta perdendo in un vicolo cieco...nell'oscuro volto di un mondo senza luci,senza valori...E allora i pochi superstiti finiscono col smarrirsi in questa società e ritrovarsi soli alla ricerca di qualcosa che non si conosce ancora...di qualcosa che possa aiutare ad andare avanti in modo sereno...Ma per molti questa angosciosa ricerca porta l'uomo ad atti di follia...Si la pazzia non è cura ma un insieme di gesti folli che possono portare l'uomo all'autodistruzione o al suicidio...Ma questa che per loro finisce con l'apparire come una fuga dalla vita,un atto eroico quasi... non è che il folle atto di colui che si arrende, che non ha più voglia di cercare, avverte l'angoscia dell'eterno dolore...E allora solo pochi viandanti sopravvivono nella speranza che un giorno il loro incessante viaggio li porterà verso ciò che hanno a lungo cercato al di fuori della società di Mangiafuoco...
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